“Cambiato idea?”
Bastian, prima impegnato a preparare un drink, sollevò lo sguardo di scatto. Oltre il bancone, Revie lo guardava sorridendo, con l’ombrello rosso in mano. Lo aveva lasciato accanto all’entrata del pub, appoggiato contro la parete. Quell’ombrello che avrebbe dovuto restituirgli in cambio di una scusa per parlare di nuovo. Sì, aveva cambiato idea.
“Scusami” sussurrò Bastian, allontanandosi per portare il drink ad un tavolo, e Revie non capì se quella doveva essere la risposta alla sua domanda, o si stava scusando per essere impegnato a lavoro, come per dire “scusa, adesso non posso”.
Aspettò con i gomiti appoggiati al bancone. Era una serata tranquilla, con pochi clienti presenti nel locale oltre a lui, la musica leggera accompagnata da qualche chiacchiera ai tavoli. Quando Bastian tornò sembrava stupito di vederlo ancora lì e lo guardò come se improvvisamente si fosse trasformato in una fata.
“Devi sapere, Bastian, che io sono la persona più testarda che tu abbia mai conosciuto.”
Bastian osservò intorno a sé mentre rifletteva su quelle parole, e senza guardarlo in volto, disse solo: “Retro del pub.”
“Scusa?”, domandò Revie.
“Ho una pausa adesso. Ti aspetto lì.” Asa lo seguì con lo sguardo mentre si avviava verso una porta ad accesso limitato ai dipendenti. Sorrise, soddisfatto.
***
Bastian fumava. Per un qualche motivo non se lo sarebbe aspettato, ma la puzza di fumo quasi gli donava. Gli camminò incontro, calpestando il cemento bagnato di pioggia.
“Non credevo fumassi” commentò, fermandosi a un metro da lui.
“Sto smettendo” rispose il biondo, un po’ imbarazzato. Revie non poté fare a meno di notare come la luce rossa della scritta EXIT sopra alla porta accarezzasse il suo volto.
“Perché siamo qui?”
Bastian sospirò, senza guardarlo in faccia.
“Ascolta. Non hai nulla che non va. Non è che non voglia essere tuo amico, solo che... Non me la sento di fare nuove conoscenze in un momento della mia vita così delicato. Credo che tu possa capire.”
Revie inclinò leggermente il volto di lato. Amico?
Rise piano. “L'hai capito che sono frocio, vero?”
Il sorriso di Bastian cadde improvvisamente. Sembrò irrigidirsi, quando Revie si avvicinò a lui di un passo.
“Non voglio essere tuo amico. Tu mi piaci” sussurrò. Allungò la mano verso la sua e gli prese la sigaretta. Ne prese un tiro, guardandolo negli occhi e soffiando il fumo verso il basso, gli mise la sigaretta tra le labbra, facendolo aspirare mentre gliela reggeva.
Bastian non disse niente, ma le sue guance sembrarono scurirsi un po’ per l’imbarazzo. Riprese la sigaretta tra le dita, guardandosi attorno, per controllare se qualcuno li aveva visti, come se avessero fatto qualcosa di scandaloso.
“Qualcosa non va?” domandò Revie, cautamente. “Se non ti piacciono i ragazzi, o non ti interesso io, basta dirlo.”
“Io… non è quello” disse Bastian, con un tono quasi sfinito. Quindi ti piaccio? “Io non posso fare queste cose.”
“Non puoi fare queste cose?”
“Non sono…” E si guardò di nuovo intorno, prima di proseguire, a bassa voce. “Nessuno sa che non sono etero. E senza offesa, ma tu mi dai l’impressione di essere… troppo indiscreto. Io ho già abbastanza problemi. E poi, potresti non usare quella parola, per favore?”
Revie alzò un sopracciglio, infastidito. “Quale parola. Frocio?”
“Non è una bella parola da dire.”
Revie piano rise tra sé e sé. Buongiorno, omofobia interiorizzata. “Perché? Ti chiamava così tuo padre quando ti picchiava?”
“Vaffanculo tu e il tuo ombrello di merda!” rispose Bastian di scatto, alzando la voce. Le parole rimbombarono tra gli edifici. Asa alzò le sopracciglia, sorpreso. Tasto dolente?
“Ah. E queste sono belle parole da dire?”, lo provocò.
Bastian evitò il suo sguardo e sembrò vergognarsi per la reazione che aveva avuto. Spense la sigaretta contro la parete, macchiandola di cenere e buttò la cicca nel bidone più vicino, pochi metri più in là.
“Quindi sei uno discreto” commentò Revie, osservandolo. Sorrise, quasi per prenderlo in giro. “Non l’avrei detto.”
“Sono solo riservato”, rispose Bastian, sulla difensiva. “Non mi piace che gli altri lo sappiano e non vedo cosa ci sia di male, onestamente.”
“Niente di male, assolutamente. Allora vediamoci in privato”, propose.
Bastian scosse la testa. “Potresti dirlo a qualcuno e lo verrebbero a sapere tutti. Va sempre a finire così.”
“Certo, hai ragione, si parla già abbastanza di te” annuì. Non si pentì delle proprie parole neanche dopo aver visto Bastian sorridere, un sorriso che non aveva nulla di positivo. Strinse i pugni e sembrò sul punto di colpirlo da un momento all’altro. Non gli sarebbe dispiaciuto, comunque.
Ma Bastian non lo colpì, né insultò.
“A volte bisogna accettare dei no nella vita, Asa” disse a bassa voce, con calma.
“Io lo so che in realtà ci vuoi uscire con me. Pensi che io sia carino, vero?”
Distolse lo sguardo. “Penso che tu sia uno stronzo.”
“Non hai risposto” disse Revie, alzando il mento e Bastian continuò a non rispondere, rivelando silenziosamente la verità. Revie capiva quando un uomo era attratto da lui e lo faceva sentire potente. Portarsi a letto Bastian sarebbe stato più facile del previsto, forse non avrebbe neanche avuto bisogno di costringerlo.
Avanzò verso di lui e il biondo si ritrovò con la schiena contro la parete. Revie lo approcciò cautamente, aspettandosi che da un momento all’altro le mani di Bastian lo avrebbe fermato e allontanato. Lo sentì deglutire quando si sporse verso di lui e gli leccò le labbra, senza esitazione.
Quando si allontanò, vide che Bastian aveva chiuso gli occhi e aveva un respiro più affannato.
“Puoi dirmi di starti lontano, se lo desideri” disse e gli accarezzò una ciocca di capelli biondi a lato del viso. Bastian gli prese il braccio, abbassandolo.
“Nessuno deve saperlo” mormorò, quasi minaccioso e due secondi dopo, lo tirò verso di sé bruscamente. Si stupì di sentire improvvisamente la labbra di Bastian contro le sue e una mano prendergli il viso. Non solo fu Bastian a baciarlo per primo, ma prese anche l’iniziativa di infilargli la lingua in bocca, cercando la sua. Sapeva di cenere.
Durò solo pochi secondi, finché Revie non tentò di appoggiargli le mani al petto e scendere verso il basso lungo la camicia bianca, osando troppo. Ridacchiò, quando Bastian lo allontanò spingendolo via. Notò subito l’erezione accennata nei suoi pantaloni. Bastian si guardò intorno per l’ennesima volta.
“Nessuno ti ha visto baciare un altro ragazzo, tranquillo.” Bastian lo guardò, non sapendo cosa dire.
“Scusami.”
“E di cosa?” domandò, genuinamente confuso, ma non ricevette risposta. Bastian sembrava stanco e sconvolto, pieno di sensi di colpa.
“Vieni a casa mia quando finisci qui a lavoro...”, sussurrò Revie, abbassando gli occhi verso il cavallo dei pantaloni dell’altro. “Posso occuparmi di quello.”
“No.” Il ragazzo non sprecò altre parole e senza preavviso fuggì all’interno del pub.
Revie fissò la porta dietro la quale Bastian era sparito. Stronzo, pensò e si rese conto di essere più eccitato di quanto si sarebbe aspettato da un semplice bacio. Si sistemò i capelli dietro alle orecchie, ricomponendosi. Tirò fuori il telefono dalla tasca, aprendo una delle varie app di incontri online. Avrebbe trovato qualcuno da cui farsi fottere in pochi minuti e avrebbe pensato a Bastian mentre lo faceva.
Comments (0)
See all